Appartengono alla tipologia strutturale più diffusa tra l’età del bronzo e quella del ferro: si tratta di fornaci costituite da due fosse seminterrate, generalmente di forma circolare, comunicanti attraverso una piccola apertura.
Le due cavità, corrispondono una al prefurnio, una sorta di camera posta davanti al forno, l’altra alla camera di cottura, il forno vero e proprio, dove si collocava il vasellame. Dopo aver sistemato i manufatti all’interno di quest’ultima, essa veniva chiusa con terra e rami e provvista di fessure per la fuoriuscita del fumo.
A cottura terminata, la volta veniva distrutta per poter estrarre le suppellettili dalla camera di cottura; pertanto la copertura doveva essere rifatta ad ogni utilizzo.
Tutte le fornaci rinvenute sono state utilizzate più volte come testimoniano le pareti arrossate e dure delle camere di cottura. Una di esse in particolare, la n. 12, mostra un primo prefurnio chiuso con terra riportata, a sua volta cotta dal calore, e l’apertura di un secondo prefurnio sulla parete opposta. Altro esempio di interesse è costituito da tre piccole fornaci, n. 4, n. 5, n. 15 che si immettono nello stesso prefurnio: ciò fa presumere una cottura collegata.
Modello 3d ricostruzione fornace verticale – progetto realizzato dalla ditta LZcommunication.it di Faenza