Le sepolture

 

Sia il rito dell’incinerazione, sia quello dell’inumazione sono presenti nella necropoli di San Giovanni in Compito.
L’incinerazione, particolarmente diffusa in età repubblicana, consiste nel bruciare il corpo del defunto collocandone poi i resti nella sepoltura insieme al corredo funebre.

Tra i reperti conservati in Museo relativi a questo rito, sono degni di nota un cinerario in pietra con coperchio predisposto per condotto libatorio in piombo e una lastra in marmo che conserva in posto lo stesso condotto per le libagioni.

Alcune tombe, sicuramente modeste, erano indicate da un semplice segnacolo. In età più tarda prevale invece il rito dell’inumazione che prevede la conservazione del corpo e la sua deposizione all’interno della tomba, generalmente in giacitura supina con il cranio a occidente. Tale rito funerario è ben rappresentato al Compito dalle numerose tombe alla cappuccina, dai corredi modesti, rinvenute a monte della via Emilia.

Monumenti funerari veri e propri dovevano invece caratterizzare quel tratto di via Emilia che congiungeva il Compitum col ponte augusteo: lo testimoniano il cosiddetto Petrone e le due lastre in marmo rosa di Verona che sono ora reimpiegate nella Pieve romanica.

Don Giorgio Franchini